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Precario, confuso e bipolare, il vicequestore Andrea Castelli è tutto quello che non dovrebbe essere un rappresentate delle Forze dell'Ordine. Il suo cuore è in perenne conflitto tra l'ortodossia sociale e l'amore per una meravigliosa transessuale di Ipanema, mentre il suo cervello, spesso alla deriva tra le malinconie e le compulsioni della sua sindrome, gli regala guizzi intuitivi attraverso brandelli di poesie studiate ai tempi della scuola. Nonostante questa sua debolezza dichiarata e amata, o forse proprio grazie a essa, riesce a tenere a bada una squadra di agenti fuori dall'ordinario.

 

Il vicequestore Castelli deve il suo cognome ad Alfredo Castelli, creatore di Martin Mystere, uno dei più longevi e importanti personaggi del fumetto italiano, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

 

"Personaggio imprevedibile, che destabilizza, disorienta, imbarazza, che non genera empatia ma piuttosto ammirazione, come può accadere osservando un animale strano e diverso. Possiamo guardare, attraverso le sue idiosincrasie, un mondo differente"

 

(Revista Pròtesis - recensione all'edizione spagnola di Marmellata di rose)

“Tra cento anni, secondo te, chi saprà che siamo vissuti, noi due, qui, e che avevamo certi pensieri, certe emozioni, certe cose che non si erano mai viste sulla terra prima di noi e che mai si vedranno, dopo?” l'agente non ebbe neanche il tempo di capire cosa stesse dicendo il suo superiore che quello aveva già ripreso a parlare “Te lo dico io: nessuno. Dimmi un po', chi si ricorda dei contadini che mille anni fa si spaccavano la schiena su queste terre puzzolenti? Un nome, uno solo, ce lo abbiamo? Che non sia dei signori, dei potenti, ma di quella gente inutile come me e te? No, non c'è più neanche il nome. Anzi, neanche il ricordo del nome. Tutta la fatica è solo fatica, uno spreco, non ci porta che nello stesso posto dove comunque dobbiamo andare: a ingrassare i vermi. E pure se il tuo nome fosse scritto in tutte le strade del mondo, dimmi, i vermi che gronderanno dalla tua carcassa saranno meno grassi? No. E non c'è alternativa, lo sappiamo, ai vermi, solo che non lo si dice mai. Ci raccontiamo una colossale balla, tutti insieme. Mica possiamo vivere per sempre. Al massimo possiamo spostare un po' più in là l'ora in cui crepare. Che pure fossero mille anni, sarebbero nulla, nell'economia dell'universo. Nasciamo per crepare, tutto qui. E più viviamo più aumentano le possibilità di soffrire. Non è una benedizione, la lunga vita: è una condanna. La cosa migliore che potremmo fare, una volta che appoggiamo il culo su questo sasso lanciato nel vuoto, sarebbe di tornare indietro, ma non sappiamo come fare. Allora per consolarci ci inventiamo questa storia dell'amore. Ed è lì che inizia la vera fregatura, che ci capita di soffrire per davvero. Chi ci ha creato doveva essere parecchio incazzato quel giorno. Forse aveva appena smesso di fumare. Come me. Hai una sigaretta, Cristalli?” L'assistente guardò il suo superiore e tremò, come fanno certe stelle nel cielo. Quella cascata di parole per lei era troppo. Disse che doveva andare in bagno e scappò nel bar di fronte. Scomparve dietro alla scritta toilettes. Castelli rimase da solo a contemplare i rami secchi del platano. “Anche tu, amico, starai qui più a lungo di me.

E vaffanculo, amico platano”

 

- Andrea Castelli

ANDREA CASTELLI

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